Semplificare l’arte del montaggio video con un’unica parola è veramente riduttivo, dato che si tratta di un insieme di lavorazioni come unire e tagliare le inquadrature, combinare effetti visivi e sonori, lavorare al rapporto tra lo spazio ed il tempo dando senso, forma e ritmo ad una singola dimensione temporale.
Vi sono varie tipologie di montaggio video:
il montaggio alternato, con il cambio di più eventi che si svolgono in luoghi diversi ma che convergono nello stesso spazio, il montaggio parallelo, in cui eventi e personaggi procedono su strade simmetriche senza mai convergere nello stesso spazio, il montaggio ellittico, in cui gli stacchi fungono da ellissi temporale sintetizzando determinate azioni, il montaggio connotativo, che ha lo scopo di dare un determinato significato, il montaggio formale, che si basa su effetti convenzionali sia grafico-spaziali che ritmico-temporali, ed infine il montaggio discontinuo, che racconta una storia evitando le regole della continuità classica.
Troviamo inoltre il montaggio invisibile, da sempre utilizzato nel cinema classico, che cerca di non essere percepito dallo spettatore costruendo l’unità spazio-temporale senza che ci si accorga degli stacchi, ed il montaggio visibile, in cui si dichiara la finzione del cinema mostrando quindi volutamente tutti gli stacchi di montaggio.
Con il passare degli anni ha preso sempre più importanza l’elemento grafico in stretto contatto con il contenuto, quindi oltre che all’orizzontalità fornita dalla sequenza di immagini, abbiamo una verticalità data da più livelli come testi, illustrazioni ed elementi grafici.
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